Column N.34 – Ofdrykkja & Acathexis (2018)

 

Gli svedesi Ofdrykkja li seguiamo con simpatia ed interesse dai tempi del loro stortissimo debut, così piacevolmente colmo di lacune realizzative com’era uscito da essere ricco di un fascino tutto suo. Hanno saputo migliorare la loro formula, senza perdere troppo di quel gran feeling disperato che possedeva la loro prima prova, giusto l’anno scorso con “Irrfärd” (Avantgarde Music) che aveva fatto la sua apparizione su queste pagine tra i nostri preferiti di novembre, e i depressi di Västerås sembrano voler battere il ferro finché è caldo e l’ispirazione soffia indefessa nelle loro vele.
Giustamente. Lo dimostrano i diversi pezzi rilasciati negli ultimi periodi: tra meno interessanti e, per i più, trascurabili versioni alternative di vecchi brani troviamo da questa settimana anche un secondo pezzo inedito in anteprima da quello che sarà il loro terzo full-length.
Non abbiamo altre delucidazioni in merito al momento (se non che le parti vocali di Pessimisten saranno questa volta sintomaticamente ridotte per via dei suoi attuali viaggi d’introspezione in giro per il globo), ma “Grey” (che segue “Wither” di qualche mese fa, che potete ascoltare qui) lo anticipa benissimo e con grande classe, facendo un passo indietro rispetto all’inaspettata rifinitura che aveva segnato “Irrfärd”, proponendoceli invece in un’inedita (ma affatto incoerente o poi così spiazzante) veste fortemente atmosferica che ripesca un po’ delle piacevoli ed imprecise suggestioni dell’interrotto “A Life Worth Losing“, tuttavia favorite ora dalla maturazione ottenuta nell’ultimo capitolo e un’atmosfera generale più debitrice alla contemplazione delle bellezze naturali svedesi. A cantare troviamo un inedito mastermind Drabbad, la sincera malinconia veicolata a partire dall’introduzione acustica (e piacevolmente lo-fi) è densa, avvolgente, e i rintocchi ambient a colorare di freddo le stesure di chitarra nebbiose sono quel tocco sempreverde che tutti gli amanti del genere dai suoi albori non potranno non apprezzare.

Lo trovate su YouTube.

Tracklist:
1. “Grey”
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Come non rimanere quantomeno interessati di fronte ad un neonato progetto che vede affiancarsi l’espressiva voce dei Downfall Of Nur, l’impegnatissimo motore dei già pregevoli We All Die (Laughing) e, alla batteria, un più celebrato personaggio del calibro di mr. Mare Cognitum?
Si chiamano Acathexis e la loro collaborazione internazionale darà presto vita al loro debut omonimo via Fallen Empire Records, in arrivo a fine novembre, anticipato con ben pochi dettagli (tra cui l’interessante artwork) perché stiamo pur sempre parlando di Fallen Empire Records ma con un succoso pezzo in anteprima dal titolo “Immurement”: quasi dieci minuti che riassumono in un sound decisamente intenso parecchi piccoli dettagli dei rispettivi progetti-madre senza però farli scadere in un collage mal riuscito e senza assomigliare particolarmente a nessuno di essi. Ad onor di cronaca, il brano è disponibile fin da gennaio come antipasto riservato ai pochissimi possessori di uno split su nastro (più corretto reputarlo una compilation, probabilmente) atto a mostrare quelle che sarebbero state (e che, allo stato attuale delle cose, saranno) le future uscite della label, venduta unicamente ad un festival a Portland, base geografica dell’etichetta.
Del cattivissimo e tiratissimo Black Metal moderno, che qualcuno per certi versi chiamerebbe anche e forse Post-, è l’ingrediente primo e magari ultimo della proposta del gruppo, che a giudicare dal biglietto da visita getta però discrete premesse condite da ottimi ed accattivanti incastri ritmici su cui svetta l’accorata ed incisiva prova dell’ugola di Dany Tee, che ormai, su queste pagine, abbiamo imparato ad apprezzare a dir poco. Se l’aggressione senza fronzoli della prima parte dovesse stentare a colpirvi particolarmente, aspettate giusto di arrivare alla sezione in cui un break e la sua deriva successiva potrebbero finire per cambiare più d’una carta in tavola.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist (TBA):
1. “Immurement”
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Matteo “Theo” Damiani

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